Sfida

La mia foto
Italy
Rivista on line di Azione Universitaria

giovedì 5 agosto 2010

TINTO BRASS TORNA ALL'ORIGINE DU MONDE

tratto da: www.nocturno.it (rivista cinematografica) - di Manlio Gomarasca


Tinto Brass ci parla del suo corto, Hotel Courbet, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia...


Non troppo tempo fa su Nocturno abbiamo dato notizia del tuo ultimo cortometraggio, Kick the Cock, presentato a Venezia Off. Oggi siamo qui per presentare un altro tuo corto, Hotel Courbet, realizzato questa volta per Sky…


Come dice il titolo stesso è un omaggio a Gustave Courbet e al suo L’origine du monde. L’ho fatto per il canale Fox di Sky. È come sempre all’apparenza una cosa senza senso e invece io lo trovo molto gratificante e molto bello. È la storia di una ragazza con delle manie compulsive, compra cose... che rievoca una torrida avventura parigina con un ragazzo francese in questo Hotel Courbet sotto l’impronta del famoso quadro.


C’è anche un omaggio molto bello a La camera azzurra di Simenon, con lei a gambe aperte e un filo di sperma che le esce dalla fica e la mosca che le si appoggia sopra. Ho fatto delle foto grandiose, sono quelle che ti ho mandato, impubblicabili per altri che non siano Nocturno…


Comunque, la storia col francese finisce male, lui la molla, le dice di tornare in Italia e lei rimane sola in questa stanza piena di ricordi che erano stati suggeriti dal fatto che lei si provava i vestiti di fronte alla toilette, mettendosi la crema detergente sul viso, e pian piano trasformandosi in una specie di Pierrot, di clown. Sfinita, si butta sul letto, culo per aria e faccia sotto, ed entra un ladro. Il ladro si aggira in questa stanza, ruba delle cose e poi si accorge di questo bellissimo culo sul letto. Per un attimo è indeciso e si dice: «cosa faccio? Rubare o violare?». Preferisce rubare. Però casca un gioiello e lei, sentendo il rumore, si sveglia dal torpore e comincia a masturbarsi per scacciare il magone erotico che aveva… Una bellissima masturbazione consumata sotto gli occhi del ladro nascosto. Il ladro scappa, ma tra le cose che ha rubato c’è pure una fotografia della ragazza nuda in una cornice d’argento. Tentato da quest’ immagine torna indietro e suona il campanello. Appare la ragazza con una bella vestaglia rossa, la stessa che aveva nella fotografia, e lui le dice una battuta in stile scespiriano: «la bellezza tenta il ladro più dell’oro», un po’ alla “As you like it” – “Come vi pare”. Ma lei sorridendo gli prende il sigaro, se lo mette in bocca, e dice: «Ma non si può rubare», e se ne va. Poi appaio io in fondo alla macchina da presa e dico una battuta di Picasso a proposito del quadro di Courbet: «L’arte non è mai casta; se lo è non è arte!».






Parliamo degli attori…


La ragazza è Caterina Varzi, la protagonista che avevo scelto per Ziva, il prossimo film che voglio fare e di cui ti ho già parlato nella precedente intervista. Una vera rivelazione, non tanto per il corpo ma per l’intensità – per dirla come dicono i francesi – tragedienne, che sta a significare non la tragedia ma proprio lo sguardo intenso, difficile da reggere. Nella parte dell’amante francese, invece, ho inserito una chicca scandalosa, suo fratello Vincenzo Varzi, e poi un certo Alberto Petrolini, che fa il ladro ed è un playboy notturno, un giocatore di poker di Parma che conoscevo da anni.






E dove l’hai girato?


L’ho girato a Bassano Romano. La stanza della ragazza che si spoglia, si rimette i vestiti e si masturba, in una bella villa di Bassano, mentre in teatro ho ricostruito la camera azzurra con la scritta fuori dalla finestra “Hotel Courbet”.






Quindi dovrebbe rientrare in un progetto di Sky?


Che si chiama “Il favoloso mondo di Tinto Brass”; l’immagine è il culo di una donna con impresso il mappamondo. Questo è il pilot della serie che dovrebbe essere composta da sei o dodici episodi diretti tutti da me. Ce ne sono alcuni bellissimi, uno che riguarda D’Annunzio, la vigilia della partenza per Fiume, quando aspetta questa sua fan che deve venirlo a trovare. Hotel Courbet lo voglio mandare anche a Cannes nella sezione dei corti ma devo ridurlo a 15’.










Come ti trovi all’interno della dimensione del cortometraggio?


Bene, mi diverto molto a farli. Apparentemente sono cose senza senso, invece queste antologie ti permettono di sperimentare molto di più di quando fai un film, perché non sei legato ad un unico discorso di un’ora e mezza, puoi provare una cosa, cambiarla, e poi possono essere raccolte in antologia. Volendo possono diventare film a episodi da pubblicare in DVD. Poi, adesso, nell’impossibilità di girare un film come vorrei, da Ziva o Vertigini, un film sull’eutanasia che in questo momento sarebbe attualissimo dopo tutte le puttanate che abbiamo sentito a proposito di Eluana. Hai visto cosa ha fatto Vanessa Redgrave? Due giorni dopo che la figlia aveva battuto la testa è andata in America e ha staccato la spina. Queste sono cose dignitose, umane, non queste chiacchiere che riempiono i televisori e basta! Quando studiavo si parlava di quello che era importante: Virgilio e la pietas. La “pietas” dei latini non sanno più che cos’è, questa stava in coma da sette anni, ma la pietas per questa persona, cazzo, dove la mettiamo?






Che fine ha fatto il progetto DNA?


Il progetto è sempre quello che avete pubblicato su Nocturno nel Dossier a me dedicato. Ora lo voglio fare con Franco Branciaroli a teatro. In scena ci sono solo tre personaggi. C’è T che è rinchiuso in manicomio e vive una vita immaginaria più reale della vita vera attraverso l’esercizio costante della masturbazione. Questo si masturba, e masturbandosi evade dalla sua condizione di recluso in manicomio, dalla logica, dalle regole e dalla morale. Gli altri personaggi sono la Donna, che rientra in tutte le sue epifanie: la puttana, la crocerossina, la suora ecc., e che in realtà è la madre. Tutte figure interpretate da un’unica attrice. E poi c’è il direttore del manicomio, nonché il padre che vorrei fare interpretare a un nano. La figura del nano è una figura alla quale sono molto legato e ho spesso usato nei miei film, perché è l’elemento surrealista per eccellenza, magico e al di fuori degli schemi.






Quando vorresti rappresentarla?


Inizialmente si trattava di fare un teatro cinetico, visto che ci troviamo in un periodo di futuristi, con delle scene in teatro, che sono tutte quelle della cella e del manicomio, e tutte le “epifanie” da girare a parte in HD e poi proiettarle su una retina che cali sul proscenio. Il progetto lo avevo presentato a Spoleto. Gli avrei portato Branciaroli, il più grande attore teatrale, ma questi stronzi sono andati a prendere Woody Allen per fare una cagata che hanno pagato a peso d’oro… Poi dicono che non hanno più soldi. Ma come? Vi porto uno spettacolo molto interessante con Franco Branciaroli, un omaggio al futurismo… era un evento vero. Ma andate a cagare! Allora sto cercando di farlo direttamente per il DVD senza il teatro. Del resto ormai in tutto il mondo i fatturati veri arrivano dall’home video. La sala non esiste più.

Nessun commento:

Posta un commento